Nell’attuale contesto geopolitico, un’ombra minacciosa si abbatte sugli Stati Uniti e sull’equilibrio globale: si tratta del missile Yakhont, conosciuto anche come P-800 Oniks. Questa potente arma antinave supersonica, sviluppata dalla Russia, ha dimostrato la sua letalità e versatilità durante il recente conflitto in Ucraina.
Il sistema missilistico Yakhont ha una storia che risale all’epoca dell’Unione Sovietica ed è stato costantemente aggiornato e modernizzato nel corso degli anni. Durante il conflitto con l’Ucraina, la Russia ha utilizzato con successo questo missile supersonico per attaccare le difese di Kiev, dimostrando la sua efficacia sul campo di battaglia.
La situazione si è complicata ulteriormente con la presenza della flotta militare degli Stati Uniti tra il Mediterraneo e il Mar Rosso, schierata a difesa di Israele. La flotta americana ha già intercettato missili provenienti dal Libano e dallo Yemen, rappresentando una minaccia concreta per Israele, soprattutto quando utilizzati da Hamas nella Striscia di Gaza. In questo contesto, il gruppo militante sciita Hezbollah ha emergente come una minaccia significativa, con la possibilità di utilizzare i missili russi Yakhont contro la flotta statunitense.
Il missile Yakhont, noto anche come P-800 Oniks, è dotato di un radar a doppia frequenza, conosciuto come seeker, che gli conferisce avanzate capacità di rilevamento. Questo sistema missilistico è stato sviluppato in collaborazione tra Russia e India, noto come BrahMos PJ-10, ed è capace di raggiungere velocità supersoniche.
Il sistema antinave P-800 Oniks comprende il missile stesso, il contenitore-lanciatore e un sottosistema di controllo del fuoco. Il missile è progettato per perforare gli scafi delle navi bersaglio e causare danni distruttivi, combinando effetti di frammentazione ed effetti incendiari.
Il missile utilizza un radar attivo o passivo a doppia frequenza per la sua guida, consentendo il rilevamento di bersagli a lunga distanza. La sua capacità di rilevamento è indicata come superiore a 50 km per navi di grandi dimensioni, rendendolo estremamente pericoloso in situazioni di conflitto.
Per quanto riguarda il funzionamento, il missile Yakhont utilizza una combinazione di autopilota, navigazione inerziale, radioaltimetro e seeker attivo-passivo. Questo gli consente di adattarsi a diverse modalità di volo, rendendolo ancora più imprevedibile e difficile da contrastare.
Va notato che il gruppo Hezbollah, anche se non ha accesso a navi, ha a disposizione versioni costiere del missile P-800 Oniks, noto come Bastion. Queste armi, se impiegate da terra, possono costituire una minaccia significativa per le navi militari della regione.
In conclusione, il missile Yakhont rappresenta una minaccia reale e imminente per la stabilità globale e per la sicurezza degli Stati Uniti, in particolare nella regione del Mediterraneo e del Mar Rosso. La sua letalità e versatilità lo rendono un’arma temibile, e la sua presenza nelle mani di gruppi militanti come Hezbollah aggiunge un elemento di incertezza alle dinamiche geopolitiche in corso. La comunità internazionale dovrà affrontare questa nuova minaccia e cercare soluzioni per mitigare i rischi che essa comporta.