L’incredibile mossa del Papa che potrebbe ridefinire la geopolitica in Asia! Visita in Mongolia cruciale per la pace

Oggi, Papa Francesco si recherà in Mongolia per quella che sarà la sua 43ª visita apostolica internazionale come Pontefice. Questa sarà la prima volta che un Pontefice visita il paese, che occupa una posizione geopolitica significativa, trovandosi tra la Russia e la Cina.
Il Papa partirà dall’Aeroporto Internazionale di Roma-Fiumicino alle 18:30 e si prevede che atterrerà nella capitale mongola, Ulán Bator, alle 10:00 ora locale.
Durante la sua visita, il Papa terrà cinque discorsi in italiano e avrà incontri con autorità, rappresentanti della società civile, il corpo diplomatico, leader di altre religioni e figure caritative. Inoltre, inaugurerà la Casa della Misericordia, un complesso scolastico precedentemente inutilizzato che è stato adattato per accogliere persone in situazioni di povertà, senza dimora, migranti e vittime di violenza domestica.
Uno degli eventi principali sarà una messa che il Papa celebrerà il 3 settembre presso il Steppe Arena, alla quale si prevede l’adesione di 1.500 fedeli residenti in Mongolia, di cui il 90% risiede nella capitale, e saranno affiancati da altri mille fedeli provenienti da paesi vicini come Russia, Cina, Tailandia, Kazakistan, Kirghizistan, Azerbaigian e Vietnam.
Nello stesso giorno, il Papa presiederà un evento ecumenico e interreligioso presso l’Hun Theatre, con la partecipazione di rappresentanti di diverse religioni.
Con questa visita, il Papa risponde all’invito del presidente mongolo e delle autorità ecclesiastiche del paese.
Dal punto di vista geopolitico, la posizione della Mongolia è particolarmente significativa in un periodo storico segnato dalla guerra in Ucraina, che potrebbe influenzare anche il discorso del Papa alle autorità civili.
La presenza della Chiesa in Mongolia risale al XIV secolo. Tuttavia, nel corso dei secoli, la presenza cristiana nella regione si è quasi dissolta, scomparendo completamente durante gli anni della dittatura comunista. Ma dal 1992, la Chiesa è stata “riammessa” e la sua presenza è stata rinvigorita grazie al lavoro dei missionari, tra cui i Missionari della Consolata, di cui fa parte l’unico cardinale mongolo, Giorgio Marengo.